La Leggenda del “Regno di Tavolara”
Sul finire del Settecento, Giuseppe Bertoleoni (di origine corso-genovese) giunse in prossimità dell’arcipelago della Maddalena, costeggiando la Corsica, a bordo di una piccola nave da diporto proveniente da Genova, in cerca di una terra in cui abitare; si stabilì dapprima sull’isolotto di Spargi, poi si spostò più a sud, sulla piccola isola di Mortorio, ma, spinto dalla ricerca di un’isola più generosa e ospitale, navigando ancora verso sud, raggiunse nel 1806 la splendida e disabitata isola di Tavolara. Qui si stabilì con la famiglia, dedicandosi all’allevamento delle capre selvatiche, assai numerose sul territorio e caratterizzate da una particolare colorazione dorata della dentatura, causata dall’alimentazione. Nel 1836 il Re di Sardegna Carlo Alberto di Savoia, di passaggio per quei luoghi (si stava recando a caccia), notò l’isoletta sconosciuta: chiese pertanto informazioni ai suoi marinai, ma, non ottenendo risposte sufficienti, decise di approdarvi. Presentatosi ai residenti come il Re di Sardegna, sembra che Giuseppe Bertoleoni, circondato dalle capre dai denti dorati, abbia risposto: “E io sono il Re di Tavolara!”.
Carlo Alberto avrebbe soggiornato presso di lui per una settimana e, congedandosi, gli diede in dono un orologio d’oro e – secondo i Bertoleoni – diede il consenso a riconoscere l’indipendenza di Tavolara: non molto tempo dopo sarebbe arrivata, infatti, alla prefettura di Sassari, una pergamena reale, firmata dal Re, in cui Giuseppe e i suoi eredi venivano infeudati – non, quindi, riconosciuti come Stato sovrano – di Tavolara. Di ciò, tuttavia, resta la sola testimonianza verbale della famiglia, in quanto la casata Bertoleoni non figura negli elenchi nobiliari ufficiali del Regno d’Italia. Di conseguenza la sua nobiltà non risulta legalmente riconosciuta nel periodo monarchico. Nel frattempo a Giuseppe Bertoleoni “succedette” il figlio Paolo, detto Polo, che si proclamò “Re” col nome di Paolo I, sposò una donna sarda, Pasqua Favale, e da lei ebbe il figlio Carlo. A detta di quest’ultimo, l’isola fu visitata nel 1896 da inviati della Regina Vittoria del Regno Unito, a bordo nella nave “Vulcan”, che avrebbe tacitamente riconosciuto l’esistenza del minuscolo “regno”. In una fotografia in cui al centro appare Carlo I circondato da parenti collaterali, scattata sul ponte della nave, si può notare la scritta “Vulcan” sulla cintura della giovane in primo piano. I Bertoleoni narrano che in una sala di Buckingham Palace, a Londra, sia conservata la foto della “Famiglia Reale” di Tavolara, all’interno della collezione di ritratti delle dinastie regnanti di tutta la terra , con la dicitura: «La Famiglia Reale di Tavolara, nel golfo di Terranova Pausania, il più piccolo regno del mondo». “Di fatto”, l’isola entrò a far parte del territorio del Regno d’Italia, all’atto della proclamazione di quest’ultimo, il 17 marzo 1861.Va infine osservato che ai Bertoleoni appartengono solo alcune piccole case nello Spalmatore di Terra e due ristoranti autorizzati con licenza dal Comune di Olbia, mentre il resto dell’isola è stato concesso dalla Repubblica Italiana alla NATO come servitù militare o è di proprietà della famiglia veneto-romana dei Marzano. I Bertoleoni sono sepolti a Tavolara nel piccolo cimitero di Spalmatore di Terra, dove riposa anche lo storico Girolamo Sotgiu. L’ultimo discendente della famiglia, Tonino Bertoleoni, si attribuisce, tuttora, il titolo di Re di Tavolara.